ODCEC Monza e Brianza - laSettimana #48

laSettimana #48

20 Luglio 2019

circolare n. 47 del 20 luglio 2019

Il disastro degli Isa: di chi è la vera colpa

Care colleghe, cari colleghi,

sono stato zitto per un paio di settimane, ho respirato a fondo, ma ora non ce la faccio più. Citando un Fantozzi (ragionier Ugo, non il compianto docente di diritto tributario ed ex Ministro): per me l'ISA "è una (censura) pazzesca". In uno Stato serio, le innovazioni devono sempre essere accompagnate da un sistema funzionante. Gli ISA, al momento, sono un sistema che funziona molto poco e molto male. Insieme a questo, le proroghe, i rinvii, le riaperture dei termini non solo non hanno senso, ma sono svilenti per una categoria come la nostra che tenta, da sempre, di rendere seria questa barzelletta che è diventato il Fisco italiano.

E la situazione degenera, ogni anno un po' di più, ogni anno chiedendo a noi Commercialisti un piccolo sforzo in più, un adeguamento dei nostri software, del tempo di elaborazione delle dichiarazioni, del tempo di lavoro dei nostri collaboratori, senza il minimo rispetto, senza il minimo riguardo. Senza contare che i nostri compensi non possono salire, pena la qualifica di sanguisughe.

Tempo fa, in aeroporto, lo sciopero di qualche decina di controllori di volo ha bloccato i voli di mezza Europa, facendo sapere a tutti quali fossero i loro problemi (giusti o sbagliati che fossero); centinaia di migliaia di commercialisti non riescono a far sentire la propria voce a nessuno, non siamo ascoltati singolarmente, non siamo considerati come Ordini locali, abbiamo poco valore a livello nazionale.

Ma la colpa è nostra, non di altri. Inutile scaricare le responsabilità verso l'alto, il titolare dello studio che non organizza bene, l'Ordine locale che non aiuta, il Consiglio Nazionale che non sa farsi ascoltare (per altro grazie al "nostro" solito Gilberto Gelosa che in questo continua a mettere la faccia), il Governo che non capisce la nostra importanza, la Comunità Europea che non ci riconosce… Ma noi, insieme, ci siamo mai fatti sentire? Le iniziative dell'Ordine, salvo quelle di carattere formativo, non interessano quasi nessuno, la nostra newsletter la leggono di malavoglia in pochi (quante volte mi sono sentito dire, ma perché non ci avvisate, di cose che sono state pubblicate per settimane sulle nostre circolari), alle assemblee viene sempre meno gente, agli incontri non formativi (di aggregazione) pochi e in calo, i canali social seguiti da pochi, cosa e come possiamo cambiare?

Alcuni colleghi chiedono una protesta di massa, altri di rendere sperimentali autonomamente gli ISA, quindi decidere noi se e come farli, ma siamo pronti a sopportare singolarmente le conseguenze delle nostre azioni? Magari a distanza di anni, con sanzioni irrogate ingiustamente? Oppure, come sempre, nel rispetto di quelle istituzioni che poco ci rispettano, e soprattutto a beneficio di quei clienti cui facciamo sempre da scudo e parafulmine, lasceremo stare e passeremo le notti e le ferie a elaborare dati, molte volte sbagliati all'origine, non da noi?

Attendo, come sempre, suggerimenti e critiche.

Federico Ratti

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