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Resoconto dell'Assemblea dei Presidenti del 6 ottobre 2021

Cari Colleghi,
come già comunicato, nei giorni scorsi le elezioni dei Consigli degli Ordini territoriali sono state nuovamente sospese a seguito di un provvedimento amministrativo scaturito da un’impugnativa proposta da un collega di Chieti (Dott. Felice Ruscetta) avanti il TAR del Lazio.
Provo a sintetizzare quanto accaduto in questi mesi per permetterVi di comprendere le ragioni alla base delle scelte adottate nel corso dell’Assemblea dei Presidenti convocata d’urgenza il 6 ottobre scorso a scapito degli Stati Generali della Professione, programmati da tempo e che avrebbero dovuto essere una vetrina importante per poter al meglio illustrare al mondo politico la nostra Professione, le sue capacità e peculiarità purtroppo spesso tristemente disattese o snobbate.


Mi auguro di fornirVi così le notizie essenziali per poter interpretare quanto sicuramente i giornali pubblicheranno da domani, per meglio interagire con chi non ha completamente compreso gli eventi.
In quest’ultimo anno le impugnative al regolamento elettorale e le sospensive del TAR sono state essenzialmente due: una nel 2020 e la seconda a luglio 2021.
Come ben ricorderete, già lo scorso novembre le elezioni erano state sospese per un difetto nel regolamento elettorale risultato carente sul tema del rispetto della parità di genere. Nonostante il Consiglio Nazionale avesse segnalato per tempo all’ organo vigilante l’opportunità di rimuovere quest’anomalia, il regolamento è stato vagliato e licenziato dal Ministero della Giustizia. Quest’ultimo, infatti, preso atto che la parità di genere non fosse contemplata nella nostra legge istitutiva (D. Lgs. 139/2005) ha concluso che il regolamento elettorale dovesse far riferimento solo a tale legge.
Ecco allora innestato un primo problema: la nostra norma istitutiva (D. Lgs. 139/2005) prevede che il Consiglio Nazionale sia eletto dai Consigli territoriali neo eletti. La sospensione delle elezioni dello scorso anno, in attesa della pronuncia del TAR sulla parità di genere, ha così ingenerato un effetto a cascata sul Consiglio Nazionale la cui elezione avrebbe dovuto tenersi nel mese di febbraio o, al più tardi, marzo 2021. Ora la domanda di rito: con la sospensione delle elezioni degli Ordini territoriali chi è legittimato ad eleggere il nuovo Consiglio Nazionale? I “vecchi” consigli territoriali oppure i nuovi consigli così come indica il D.Lgs. 139/2005? La risposta non poteva che essere formulata dal Ministero vigilante (Ministero della Giustizia) specificatamente interpellato dal nostro Consiglio Nazionale. Il Ministero, per il tramite del proprio direttore generale, il 10 febbraio 2021 ha disposto che “... l’elezione del Consiglio nazionale avvenga successivamente a quella degli organi territoriali, ritenendo non conforme alla disciplina normativa la circostanza che l’elezione del Consiglio nazionale possa avvenire da parte degli Ordini territoriali il cui mandato sia scaduto”. Il Ministero pertanto differisce le elezioni del Consiglio Nazionale riservandosi di indicare una nuova data successiva alla data delle elezioni dei consigli territoriali.
Il 22 aprile 2021 il TAR Lazio si pronuncia sul regolamento elettorale e accoglie il ricorso richiedendo l’emanazione di un nuovo regolamento elettorale rispettoso delle prescrizioni in materia di parità di genere (viene quindi sconfessato l’indirizzo del Ministero della Giustizia).
Il Consiglio Nazionale non tarda a rivedere il regolamento, prontamente trasmesso al Ministero della Giustizia per l’approvazione definitiva avvenuta il giorno 1° giugno 2021. A questo punto le elezioni possono essere indette o per la fine del mese di luglio oppure per la seconda decade del mese di ottobre 2021. Il Consiglio Nazionale – valutando anche il periodo - richiede agli ordini territoriali di pronunciarsi se favorevoli alle elezioni da tenersi nel mese di luglio oppure nel mese di ottobre, ciò al fine di permettere ai candidati di effettuare un’adeguata e serena campagna elettorale. La grande maggioranza degli Ordini territoriali (circa il 75%), tra cui anche il Consiglio di Lecco, individua come mese idoneo l’ottobre 2021. Il 4 giugno 2021 il Consiglio Nazionale indice pertanto le elezioni per i giorni 11 e 12 ottobre 2021. Da ultimo il 26 luglio 2021 il Ministero fissa con decreto il 12 gennaio 2022 quale data per le elezioni del Consiglio Nazionale.
Il 30 luglio la rivista Eutekne pubblica una lettera a firma del Dott. Ruscetta nella quale egli annuncia ricorso al TAR poiché ipotizza la decadenza del Consiglio Nazionale. Da questa data iniziano le schermaglie giudiziarie che tendono a “far saltare le elezioni” degli Ordini territoriali. Infatti il ricorso, annunciato il 30 luglio, viene depositato solo il 7 settembre al TAR Lazio (fino a quella data il Consiglio Nazionale non era formalmente coinvolto), ricorso che ha come motivazione di fondo la legge n.293/1994, nella quale è disposto che un ente pubblico – come il Consiglio nazionale - una volta decorsi 45 giorni dalla sua naturale scadenza (15/2/21 + 45 giorni) decade dalle proprie funzioni.
Il TAR fissa l’udienza cautelare per il 12 ottobre 2021 (i giorni 11 e 12 si sarebbero dovute tenere le elezioni!) ed il 24 settembre (venerdì pomeriggio ore 15,52) il Dott. Ruscetta chiede un provvedimento cautelare monocratico al TAR, accolto il giorno successivo (sabato) sospendendo conseguentemente ed in modo cautelare la delibera del Consiglio nazionale del 4 giugno 2021 di indizione delle elezioni territoriali in quanto emessa dopo i fatidici 45 giorni. Il Consiglio Nazionale per il tramite dei propri legali impugna (lunedì) la sospensiva, nell’estremo e rivelatosi vano tentativo di poter dar seguito alle elezioni per motivi di “urgenza”. La richiesta è rigettata. Il Consiglio di Stato non ritiene sussistenti le questioni di urgenza (in diritto amministrativo – mi sia permesso – l’urgenza è sintetizzabile in “questioni indifferibili di vita o di morte”). Il TAR quindi – in assenza di urgenza – discuterà il ricorso il giorno 12 ottobre come da programma.
Questo quanto accaduto (senza considerare i periodi di lockdown dettati dalla pandemia). Si arriva così ai giorni nostri. È rivisto il programma degli Stati Generali e la giornata del 6 ottobre 2021 è riservata ad un confronto a porte chiuse tra i Presidenti ed il Consiglio Nazionale. All’Assemblea sono pure invitati i candidati presidenti. I giornali anticipano che tra le varie ipotesi vi sia una possibile dimissione del Presidente Nazionale e conseguentemente il commissariamento dell’intero Consiglio Nazionale, ipotesi vista da alcuni come unica via per poter arrivare velocemente alle elezioni.
Il Consiglio Nazionale e il nostro Presidente nazionale hanno ritenuto dover affrontare collegialmente la problematica per addivenire ad una decisione condivisa. Non vi nascondo che sono emerse spiacevoli posizioni con fughe in avanti da parte di alcuni Presidenti di Ordini territoriali che hanno annunciato di aver provveduto in autonomia a presentare istanza al Ministero della Giustizia per il commissariamento del Consiglio Nazionale.
Le relazioni del Presidente Miani e la ricostruzione del Tesoriere Roberto Cunsolo, che ha esposto i fatti e le tempistiche sopra descritte, hanno consentito di ripercorrere nei dettagli quanto successo. È affiorato che il ricorso presentato tende a delegittimare il Consiglio Nazionale che invece pare essersi mosso in accordo ed in linea con il Ministero vigilante (e non poteva essere diversamente).
Infine è stata accolta negativamente la lettera inviata - proprio la mattina del 6 ottobre, cioè poco prima dell’Assemblea - dal Dott. Ruscetta all’On.le Sisto (Viceministro della Giustizia) e per conoscenza al Presidente del Consiglio Nazionale – nella quale il ricorrente fa presente di non vedere “motivi ostativi al ritiro del ricorso al Tar” se il Presidente Miani e l’intero Consiglio Nazionale dovessero rassegnare le dimissioni come da anticipazioni di stampa.
All’assemblea, dopo le relazioni del Presidente e dei Consiglieri nazionali, ha preso subito la parola il presidente dell’Ordine di Chieti che ha voluto sottolineare come l’iniziativa del loro iscritto fosse individuale ed isolata non raccogliendo alcun appoggio né dall’Ordine di Chieti né dagli ordini dell’Abruzzo.
All’assemblea come presidenti – in molti abbiamo preso la parola – abbiamo tutti chiesto al Presidente Miani e al Consiglio Nazionale di proseguire nel mandato in attesa degli esiti dellesentenze,attenendocialleindicazioniancherassicuranti dei legali del Consiglio Nazionale (prof. Luciani ritenuto massimo esperto amministrativista) per arrivare così alle elezioni in modo composto e soprattutto evitando il commissariamento, ritenuto da tutti deleterio.
Il commissariamento ci indebolirebbe moltissimo in vista delle importanti riforme in atto come la crisi d’impresa, la riforma della giustizia tributaria, la riforma fiscale, le risorse del PNRR e molto altro. Su questi tavoli dobbiamo essere presenti per poter confrontarci con forza e non in condizioni di imbarazzo o rappresentati da un Commissario.
All’Assemblea dei Presidenti per l’Ordine è stato ribadito, per mezzo del rappresentante del CODIS, quanto sopra.